Oikia srl

Milena Bertotto Rosso
l’architetto con i tacchi a spillo

Decisa, diretta, a volte severa, ha quello che si dice pugno di ferro in guanto di velluto. E’ l’inflessibile custode del PROGETTO che si realizza con precisione filologica, attenzione storica, precisione nei particolari, con una interpretazione in perfetto equilibrio tra l’antico e il moderno. Il risultato? Un’esecuzione accurata, mai fuori dal tempo, essenzialmente fedele all’originale.


Ecco perché il suo forte sono le ristrutturazioni. Difficile contraddirla, anche perché ha sempre ragione. Curatrice appassionata e passionale, una signora di cantiere che con piglio deciso e passo militare mette tutti sull'attenti. E’ per tutti l'Architetto… per noi Milena.

Il nostro primo incontro.

A Pinerolo, non con lei ma con un palazzo da lei realizzato, nel centro storico di Pinerolo in Piazza Barbieri 15, oggi sede della libreria Mondadori e di prestigiose residenze e uffici. È subito colpo di fulmine. Notiamo un trattamento diverso di luci e colori con un’armonia che ci colpisce subito, con i tratti antichi ripresi e reinterpretati con un senso speciale di modernità. Era il 2005, nasce di lì a poco una collaborazione fatta di intese e progetti tutti specializzati in ristrutturazioni.

Architetto, libraia… la libreria Mondadori è la sua seconda casa, esperta in reiki, camminatrice appassionata. Sin dall’inizio della tua attività professionale sei stata soprannominata "l’architetto con i tacchi". Perché?


Tanti tanti anni fa una giornalista dell'Eco del Chisone volle intervistarmi in merito alla ristrutturazione di una vecchia officina L'intervista avvenne in cantiere e la giornalista notò che io mi muovevo in cantiere con tailleur e scarpe con i tacchi: IL titolo dell'intervista, che tanto suscitò l'ilarità mia e dei miei colleghi fu proprio ".l'architetto con i tacchi a spillo". Infatti, poiché io ho sempre amato molto stare in cantiere, luogo dove ho imparato tutto quello che so, luogo dove si realizza la magica alchimia della trasformazione di un pensiero (il progetto) in realtà, ho fin da subito preso la decisione di non rinunciare al mio modo di essere e quindi di frequentare i diversi ambienti in cui lavoravo ( lo studio, il cantiere,le officine...) senza inutili cambi d'abito (del resto, l'alternativa sarebbe stata passare tutta la vita in scarponi e pantaloni, stile muratore).

In Corte dei Drappi ogni casa ha un nome qual è la casa che più ti ha ispirato?


Sì, c'è un appartamento che tra tutti amo in modo particolare e che ha ispirato la scelta di dare un nome anche a tutti gli altri: è "la casa delle rose": E' stato amore a prima vista: il salone che si affaccia sull'attuale cortile interno, con le sue armoniose proporzioni, le pareti decorate con tinte a calce color coccio e porpora (delle quali una visibile ancora oggi),la vecchia tappezzeria a fiori in seta nell'atrio d'ingresso, mi ha confermato la prima impressione ricevuta quando ho varcato il portone di piazza Molines: ero in presenza di un elegante complesso architettonico rimasto inalterato nel tempo, mentre intorno a esso tutto il mondo era cambiato... Dalle portefinestre del salone ,tramite un grazioso balcone scendendo pochi gradini si accede ad un'area esterna che prima del cantiere era un cortile in asfalto, ora è l'area di stazionamento della gru, del deposito di ferri, macerie e pietre vecchie accatastate ma io vi vedo invece un piccolo giardino privato, così come era nel medioevo, coltivato a roseto e piccolo orto, con forse un albero da frutto sotto la cui ombra mettersi a sedere, magari un albicocco...

Come nasce un tuo progetto?


Così come per le piante non è tanto importante saperci parlare, ma piuttosto riuscire ad ascoltarle, anche per l'ambiente costruito l'esperienza mi ha insegnato che il successo di un intervento di ristrutturazione dipende molto dalle fasi preliminari di osservazione, per esempio durante i rilievi, al fine di saper cogliere lo spirito, l'anima dell'edificio. La storia degli edifici è complessa ed articolata a causa delle successive stratificazioni di interventi nel tempo, ma occorre imparare a leggerla attraverso le parole dell'edificio stesso, il cui linguaggio è fatto di piccole crepe, cambi di colore, di spessore d'intonaco, porte murate, posizione delle finestre: tutti sussurri che un orecchio attento può imparare a cogliere...