Oikia srl

Danilo Dianti,
il maestro della calce

Nella ricerca di un artigiano che si occupasse degli intonaci di Corte dei Drappi conosciamo Danilo Dianti, maestro decoratore.
Entra subito in sintonia con lo spirito della casa e, di questa, non vuole cambiare nulla, ma mantenere l’integrità delle parti originarie.

Ci parla di materiali antichi come il grassello di calce, di terre e sabbie mischiate al coccio pesto. I prodotti a base di cemento, come gli intonaci che si usano oggi, non esistevano un tempo. Si usavano prodotti esistenti in natura e che erano immediatamente a disposizione e dunque il sasso, il mattone, la terra. Parliamo la stessa lingua e da lì a breve diventa parte della nostra storia da raccontare: quella di corte dei drappi.

La cosa più difficile in un lavoro di ristrutturazione in fondo è fare senza cambiare.
…senza cambiare nulla dell'atmosfera, del colore, dello spazio e riuscire a restituire dignità e bellezza a ciò che era un tempo. Ma ogni cosa spostata, ogni millimetro rinnovato rischiano di alterare quell'equilibrio magico che trovammo la prima volta entrati a Corte dei Drappi. L'incontro con le persone giuste e' fonte di ispirazione, ma è evento raro…

Ci accoglie nel suo laboratorio, un luogo ordinato, di file di scatole e contenitori impilati su scaffali etichettati ognuno con nomi sorprendenti: pozzolana, lapillo rosso, terra verde nicosia, pomice, sapone di marsiglia, terra ocra, terra camoscio. Costituiscono il personale campionario di ingredienti per riprodurre colori e effetti materici tra i più diversi. Qui nulla c'è di preparato, tutto viene creato, impastando terre colorate, polveri di marmo, pigmenti e ossidi, materie purissime. Ogni preparazione è frutto di un'interpretazione personale del colore, delle tessiture, seguendo istinto e conoscenza, abilità manuale.

Ho incominciato che ero un ragazzino, lavorando con mio padre che faceva il decoratore. Erano gli anni della carta da parati, dei materiali preparati. Non volevo essere un semplice applicatore e decisi di intraprendere una strada diversa. A vent'anni lavoravo già per conto mio.

Ero sempre stato affascinato dal lavoro di bottega in cui si creavano i materiali, si preparavano le miscele di calce, si provavano a realizzare prodotti particolari. Volevo dare la mia impronta . Dal ‘97 – ‘98 comincio a sperimentare... Con un'attività di ricerca frenetica in tutti i campi, studiando storia dell'arte, osservando case e centri storici, ma anche incontrando persone, condividendo esperienze. Compro i primi materiali e faccio un milione di prove, sperimento a casa mia, scrivendo appunti e le ricette in un libro.

L’uso della calce è antico: risale ai tempi dei fenici e dei romani. Alla base della preparazione ci sono le pietre calcaree, le migliori e le più belle sono quelle di fiume, che vengono cotte in forni ad alte temperature. Durante la cottura la pietra calcarea rilascia l'acqua e disperde l'anidride carbonica. Il tutto non perde volume, ma riduce il suo peso delle metà.

Dopo la cottura si lascia raffreddare per 30 - 40 ore e si pone il materiale in bagnoli, recipienti di legno, in cui si versa dell'acqua: la calce viva viene spenta e la pietra sprigiona calore esotermico. Così la pietra si riprende l'acqua che aveva perso e si sbriciola. Il processo di preparazione continua con un periodo di maturazione in fosse scavate nel terreno: la calce si scioglie e diventa più fine, come sasso spalmato. Si forma così il grassello di calce che, unito a sabbia silicea di varia granulometria e coccio pesto che si ricava dai mattoni e dal laterizio cotto a bassa temperatura, terre colorate e ossidi, formano l’impasto per la rasatura e la coloritura delle facciate di Corte dei Drappi.